Bands That Were, le bands che non ci sono più.

Black Bottom Jazz Band

Swing

La Black Bottom Jazz Band è stata una gloriosa swing band milanese. Fu tra le prime ad essere pensata appositamente per il circuito del ballo swing ed ebbe un buon successo. L'energia, soprattutto i primi tempi, era pazzesca ed il pubblico ballava ininterrottamente, sia quello dei centri sociali che quello delle ballroom più raffinate. Stilisticamente non eravamo impeccabili, ancora non era chiaro a quale epoca facessimo riferimento o quali fossero i musicisti ad influenzarci ma erano gli inizi e noi eravamo tanto giovani. Sicuramente dobbiamo dare atto a Niccolò Pozzi, il fondatore, di aver messo insieme un gruppo di musicisti e amici meraviglioso e di aver introdotto al mondo swing molti di noi. Poi siamo cresciuti, le esigenze musicali sono cambiate e tutto è mutato in nuove idee e nuovi progetti mentre la Black Bottom lentamente si è addormentata.

Gli illustri componenti della BBJB sono stati Niccolò Pozzi, tromba; Guido Bianchini, contrabbasso; Mauro Forester, batteria; Yuri Biscaro, chitarra; Sophia Tomelleri, sassofono; Federico De Zottis, sassofono; Josh Yaniw, trombone; Giulia Bertasi, fisarmonica.

Ascolta l'album della Black Bottom Jazz Band

Fake P

Elettro pop

I Fake P sono una band memorabile della scena indieRock degli anni 2000. Premesso che l'indie, che ne dicano, non è un genere musicale e seguendo la classificazione a due insiemi delle musica del maestro Maximo Duke Ellington i Fake P facevano musica bella. La fanno ancora a dir la verità ma in modo scomposto e discontinuo. Con tre dischi autoprodotti, di cui uno doppio, entrano nelle grazie di 42 records (Massimo Volume, Giardini di Mirò, Colapesce, Cosmo) per cui pubblicano nel 2008 l'album Fake P,  album d'esordio dell'etichetta.  Da li grazie a Preludio Edizioni e una fortunata pubblicità esce un video rigorosamente con le donne nude che diventerà per un breve periodo la sigla di Chiambretti Night. Si cuociono sotto il sole dell'Heineken Jammin' Festival, suonano al Cavern Pub di Liverpool la sera della finale di Champions Milan vs Liverpool, firmano autografi al Circolo degli Artisti di Roma, mangiano pizze orrende al Covo Club e si fanno fottere la patente dopo un concerto al Locomotive Club di Bologna, per non parlare della figura di merda in autogrill con i Gatto Ciliegia Contro il Grande Freddo durante un paio di serate tra Roma e Modena. La vita è ingiusta e l'indie francamente un ambiente di morti di fame perciò i Fake P  registrano un disco che uscirà post solutio e si disperdono nei loro sogni. 

I Fake P erano e sono Vittorio Pozzato, Oliviero Farneti, Matteo Mohorovicich, Luca Valentini, Guido Bianchini e Paolo Michelazzi.

Spagetti Bolonnaise

Undefined Jazz Pop

Gli Spagetti Bolonnaise sono un'idea di Oliviero Farneti. Una geniale idea. Un quintetto guitar less, con Oliviero al piano, ai sinth e alla voce. Andrea Mancin (My Awesome Mixtape, Giardini di Mirò)  al basso, Elia Domeneghetti alla batteria, me medesimo e Paolo Michelazzi ai sassofoni. Un disco all'attivo pubblicato nel 2010 con una collaborazione tra Vaggimal Records (C+C=Maxigross) e 42 records. Pochi concerti ma gloriosi in Italia. Ricorderò per sempre il centro di Palmeta di Terni quando durante il concerto il Mancho capottò sul palco cadendo sull'amplificatore continuando a suonare come solo Sonny Rollins seppe fare nel live dell'86 a NewYork. Anche gli Spagetti si sono dissolti nei loro sogni in giro per il mondo lasciando hard disk pregni di idee inespresse.